Gli assistenti vocali: limiti e vincoli nel loro impiego
I limiti degli assistenti vocali non facilitano l’autonomia e l’indipendenza a persone con disabilità motorie degli arti superiori e maggiormente qualora ci fossero delle difficoltà nel linguaggio.
Gli assistenti vocali sono dei sistemi basati sul riconoscimento vocale e sull’intelligenza artificiale (IA) che consentono agli utenti di interagire con dispositivi e con i computer utilizzando comandi vocali naturali. Sono progettati per comprendere il linguaggio umano, interpretare le richieste degli utenti e fornire risposte appropriate o compiere azioni specifiche in base a tali richieste.
Gli assistenti vocali, quindi, consentono agli utenti di sfruttare la loro voce per eseguire varie attività senza dover digitare o toccare fisicamente gli schermi. Hanno svariate funzionalità che vanno dal rispondere alle domande che vengono poste, al ricordare quando prendere un farmaco, all’intrattenimento, al poter controllare dispositivi domestici intelligenti e così via. Gli assistenti vocali più conosciuti sono Amazon Alexa, Google Assistant, Apple Siri e Samsung Bixby. Questi assistenti vocali continuano a evolversi grazie ai progressi nell’IA, offrendo agli utenti un’esperienza sempre più intuitiva ed efficace nell’interazione con i dispositivi e i servizi digitali.
Tuttavia, essendo pensati per persone normodotate, presentano delle criticità per le persone con una capacità residua funzionale bassa che, come TecnologicaMente inSuperAbili, abbiamo potuto riscontrare nella nostra quotidianità.
Quello che faremo in questo articolo è di focalizzarci sulle chiamate telefoniche in entrata e in uscita e sull’invio di sms o WhatsApp. Nello specifico saranno messi in evidenza i problemi che abbiamo riscontrato nel loro utilizzo affinché gli stessi fornitori possano prendersene carico per superare questi limiti o per fornirci delle soluzioni alternative. Inoltre, la richiesta di un contributo fattivo nella risoluzione dei problemi di seguito riscontrati è rivolta, anche, a chiunque abbia superato i limiti e i vincoli esposti.
Iniziamo da Siri della Apple. Assistente vocale molto diffuso tra le persone non vedenti o ipovedenti ma che purtroppo presenta dei limiti per persone con disabilità multiple. È il caso di Flavio che a causa della sua malattia degenerativa ha perso la vista e l’utilizzo degli arti superiori. Per cui la voce è l’unico mezzo per comunicare con Siri. Purtroppo, non riuscendo a pronunciare, senza alcuna pausa, frasi lunghe non riesce ad effettuare il riconoscimento vocale perché la frase proposta da Siri è troppo lunga e lui ha la necessità di interrompersi per prendere fiato. Dovendosi interrompere non riesce a completare il processo di riconoscimento e quindi gli è precluso l’utilizzo dell’iPhone che risolverebbe le lacune che gli altri assistenti vocali hanno. Qualora si superasse questo inconveniente esiste l’eventualità di dover chiudere le chiamate sia in ingresso che in uscita. Questo comporta il dover intervenire manualmente.
Il secondo assistente, non in ordine di importanza, è Bixby della Samsung. L’attivazione per il riconoscimento vocale si basa nel ripetere “Hi Bixby” per ben 5 volte. Per persone con delle difficoltà del linguaggio questo può creare un disagio perché devono ripetere molte più volte la frase “Hi Bixby”. Una volta superata l’attivazione vocale, l’assistente consente di effettuare e/o di rispondere autonomamente con la voce alla chiamata telefonica ma non di poterla chiudere. Inoltre, non permette di svolgere tutte quelle funzioni elementari di comunicazione quale quella di ricevere e di spedire un messaggio WhatsApp o un sms con la sola voce e non è possibile inviare messaggi ai gruppi WhatsApp. Questo per una persona che non può muovere gli arti superiori è un serio problema che lo porta a dover optare per un altro assistente vocale.
Il terzo assistente vocale è Google Assistant. Anche per lui la fase di attivazione del riconoscimento vocale passa attraverso la ripetizione delle frasi “OK Google” e “Hey Google”. Le frasi potrebbero essere un ostacolo per una veloce attivazione poiché occorre pronunciarle bene. Una volta attivato è quindi possibile utilizzarlo per inviare e leggere messaggi WhatsApp o sms senza alcun intervento da parte della persona. Non è possibile inviare messaggi WhatsApp a gruppi così come chiudere una chiamata senza un intervento manuale oppure si deve attendere che l’altra persona abbia interrotto la conversazione. Per una persona con disabilità degli arti superiori non resta che la seconda opzione. L’alternativa è utilizzare un altro assistente vocale creando un po’ più di difficoltà.
Il quarto è Alexa di Amazon. Abbiamo voluto includere anche questo assistente vocale anche se il suo ambito principale è la domotica. Comunque sia quando una persona si trova in casa e ha già uno o più dispositivi Echo lo stesso potrebbe essere utilizzato per effettuare chiamate in entrata e in uscita. Per far ciò occorre scaricare l’App Alexa, compatibile con i sistemi operativi iOS e Android, e una volta sincronizzata e possibile effettuare chiamate e inviare messaggi solo ad altri dispositivi Echo dei propri contatti. Tuttavia, è possibile effettuare chiamate in ingresso e in uscita su linea fissa qualora sia abbia il modem NeXXt di Fastweb. In sintesi, Alexa rispetto agli altri non può inviare messaggi WhatsApp o sms e le sue funzionalità di chiamata riguardano l’ambito domestico.
Da questa panoramica emerge che non è fornita la possibilità di personalizzare l’accesso vocale utilizzando parole ad hoc scelte dalla persona in relazione alle caratteristiche della propria voce in particolar modo per quelle persone che possano avere difficoltà a pronunciare le parole predefinite dagli assistenti vocali. Un secondo aspetto, non secondario, riguarda il fatto che gli stessi sono stati pensati per persone che non abbiano delle significative difficoltà nel linguaggio escludendo così una moltitudine di persone che hanno dei seri problemi nel pronunciare i fonemi e quindi non permettono di sfruttare le opportunità offerte dagli stessi assistenti vocali.